La costruzione della Villa, sorta forse sui resti di un’antica fortificazione, risale al XVI secolo, a opera del conte Porta. Le belle terrazze del parco, con gradinate, balaustre e statue, la distinguono dalle altre dimore signorili del Lario.
Nella storia delle casate che lo possedettero compaiono i nomi di Salazar, dei Della Porta (1730-1784) e poi dei Castelbarco.
Nell’Ottocento la villa prese il nome di «castello», dopo che i proprietari, i Melzi d’Eril, fecero elevare a fianco due torrette merlate e attuarono altre decorazioni che conferirono all’edificio l’aspetto di un castello romantico. Vi condussero una brillante vita mondana, con feste da ballo e battaglie navali nel lago antistante.
In seguito il castello passò a Maria Teresa d’Asburgo Lorena, moglie del Re di Sardegna, Carlo Alberto e quindi al conte Collabiano, amico di casa Savoia, che vi accolse anche il Re d’Italia Vittorio Emanuele II e la moglie Maria Adelaide d’Austria.
Dopo un periodo di decadenza, nel 1871 ne divenne proprietario il barone Richard Ginori, magnate delle ceramiche, che fece sistemare e ampliare definitivamente il giardino, mentre ulteriori restauri furono compiuti dopo il 1903 dalla nuova proprietaria, la signora Isabelle Mac Creery di San Francisco, ma di origine irlandese (nelle cucine del Castello si conservano ancora stoviglie Richard Ginori con la scritta «Isabelle»).
Nel 1947 il Castello di Urio passò nelle mani dello slavo barone Langheim, che intraprese alcuni lavori per ingentilire l’aspetto della facciata eliminandone le merlature e adornandola con un bel fregio centrale, mentre le sue torrette laterali furono in parte demolite e inglobate. Purtroppo il barone, che si servì di ottimi costruttori e decoratori romani, non godeva di prospere finanze e si trovò nelle condizioni di non poter più pagare le maestranze, giungendo al fallimento.
Vari sono stati nel mezzo secolo successivo i lavori di restauro e ampliamento dell’immobile, che hanno però conservato l’aspetto frontale dato da Langheim; sono stati ad esempio edificati ex novo alcuni corpi posteriori, aulette ed alloggi nella Darsena per lo svolgimento di attività complementari e anche il parco è stato ulteriormente sistemato e abbellito.
Nel 1954 il Castello fu acquistato da una società, ADIGI, che lo diede in gestione a un ente culturale milanese, la Fondazione Rui. Dal 2013 la gestione del complesso monumentale è passata all’Associazione Le Magnolie che ha continuato in parte le attività della Fondazione Rui.
Il Castello di Urio – struttura creata per lo svago di pochi – si è trasformato nel 1954 in uno strumento di servizio di molti e molte, universitari, professionisti, impiegati, operai, sacerdoti, casalinghe che si alternano in un calendario fittissimo di convegni e di formazione: questa antica villa è divenuta luogo di incontro e di studio per persone di ogni età, condizione sociale, preparazione culturale. Tra le diverse iniziative ospitate al Castello di Urio, particolare rilievo hanno le attività a carattere spirituale, affidate alla Prelatura dell’Opus Dei, istituzione della Chiesa Cattolica fondata da San Josemaría Escrivá.
Da cinquant’anni ogni estate, studenti, docenti ed esperti di varie nazionalità si danno appuntamento a Urio per studiare in un clima di «convivenza spirituale» temi culturali, scientifici e sociali evidenziati nel corso dell’anno.
Affiancano i congressi di studenti gli ormai tradizionali convegni di docenti universitari e gli incontri di studio per sacerdoti. Nel 1974 il cardinal Luciani, futuro Giovanni Paolo I, fu qui il relatore principale a un seminario di teologia pastorale.